Scoperte esclusive del Wall Street Journal confermano: il capitano Sabharwal ha disattivato i motori del Boeing 787 dell’Air India.
La tragedia del Boeing 787 Dreamliner di Air India avvenuta il 12 giugno ha scosso il mondo. Inizialmente, le cause del disastro erano oscure: i motori si sono spenti subito dopo il decollo, precipitando vicino ad Ahmedabad e causando la morte di 260 persone. Oggi, nuove informazioni emergono dalla scatola nera, rivelando dettagli inquietanti che gettano luce sulla fase finale del volo.

I momenti drammatici svelati dalla scatola nera
Secondo fonti del Wall Street Journal, tra cui esperti e funzionari statunitensi, la registrazione audio conferma che è stato il capitano Sumeet Sabharwal a disattivare volontariamente i motori, agendo sugli interruttori che controllano il flusso di carburante. In quei drammatici istanti, il copilota Clive Kunder reagisce dapprima con sorpresa, poi entra in evidente panico, mentre il capitano mantiene una calma preoccupante. È emerso un dialogo intenso: Kunder chiede ripetutamente spiegazioni, interrogandosi sul motivo per cui Sabharwal abbia spostato le leve in posizione “cutoff”, come riportato dalle fonti anonime.
Analisi tecniche e implicazioni future
Il rapporto preliminare dell’Aircraft Accident Investigation Bureau indiano aveva già riportato scambi tra piloti, ma senza attribuire ruoli precisi. La nuova rivelazione elimina l’ambiguità: le fonti statunitensi confermano che Sabharwal, in qualità di pilota di monitoraggio, avesse le mani libere, e possa aver agito sugli interruttori in sequenza, con pochi secondi di distanza tra il primo e il secondo “cutoff”. Successivamente, dopo circa 10 secondi, entrambi i motori vengono riattivati, ma ormai era troppo tardi, e l’aereo si schianta.
Il documento preliminare rimane vago sull’intenzionalità: al momento non è chiaro se si sia trattato di un errore accidentale, di una manovra intenzionale o causata da un difetto tecnico. L’inchiesta sta approfondendo ogni aspetto: manutenzione, possibili malfunzionamenti, e anche l’ipotesi di fattori psicologici legati ai piloti. Infatti, sono stati coinvolti esperti in medicina aeronautica e psicologia per valutare eventuali precedenti condizioni di stress o patologie.
Le ultime analisi della scatola nera rivelano un fatto sconvolgente: un intervento diretto da parte del capitano, con conseguenze fatali. Il contrasto tra la calma del comandante e il panico del copilota crea un quadro inquietante, ponendo nuove domande sull’evoluzione dell’incidente. L’indagine continua per chiarire se si sia trattato di un atto voluto o di una catena di errori fatale. Nell’attesa del rapporto finale, resta cruciale monitorare i risultati delle analisi tecniche e psicologiche, affinché tragedie simili non si ripetano.